IL CROLLO DELLA FRANCIA E LA RESISTENZA INGLESE
Il 3 settembre
del 1939 l'Inghilterra, seguita a poche ore di distanza dalla Francia,
dichiarava guerra alla Germania. Nonostante l'immediato intervento dei
"dominions" britannici, sino al 7 dicembre 1941, quando i Giapponesi attaccarono
la base navale statunitense di Pearl Harbor (Hawaii), si trattò di un
conflitto essenzialmente europeo. Dopo aver conquistato la Polonia e aver
proceduto alla spartizione che assegnava all'URSS, oltre alle province orientali
polacche, anche gli Stati baltici di Lettonia, Lituania ed Estonia, Hitler aveva
compiuto una mossa strategica, a fini di propaganda interna, porgendo alle
potenze occidentali un ramo d'ulivo. Esso venne respinto, ma durante tutto
l'inverno 1939-40 non si ebbero che piccoli scontri lungo la linea Maginot. La
situazione rimase immutata sino al 9 aprile del 1940 quando, senza alcun
avvertimento, i Tedeschi sferrarono l'attacco alla Danimarca e in un solo giorno
occuparono il territorio danese e i maggiori porti strategici della Norvegia. In
tal modo Hitler si assicurava basi aeree contro l'Inghilterra, dove le vivaci
proteste dell'opinione pubblica inglese contro la politica imbelle di
Chamberlain costrinsero il premier a dimettersi; lo sostituì Winston
Churchill. All'alba del 10 maggio vennero attaccati anche Belgio e Olanda. Il 14
maggio il comandante in capo olandese si arrese, mentre la regina Guglielmina e
il Governo si rifugiarono in Inghilterra. Quattro giorni dopo re Leopoldo del
Belgio si consegnava al nemico.
Fu poi la volta della Francia: il 4 giugno
venne sferrato l'attacco contro Parigi, conclusosi con l'occupazione della
capitale francese dieci giorni dopo. Paul Reynaud, che in marzo aveva sostituito
Daladier a capo del Governo, era intenzionato a continuare la lotta, ma il
generale Weygand consigliò di chiedere un armistizio, sostenuto dal
generale Pétain, secondo cui la guerra era ormai perduta e alla Francia
non rimaneva che scendere a patti con la Germania. Il 10 giugno del 1940 anche
Mussolini, convinto che la Germania avrebbe vinto la guerra nel giro di pochi
mesi, dichiarò guerra alla Francia, attaccandola da Sud. Il 16 giugno il
presidente del Consiglio francese Reynaud si dimise e il vecchio maresciallo
Pétain formò un nuovo Governo che il 25 giugno firmò
l'armistizio. Il Parlamento, svuotato di ogni potere, venne convocato a Vichy,
dove si era trasferito il Governo, per ratificare l'armistizio e conferire i
pieni poteri a Pétain, affiancato da Pierre Laval. Ancor prima che fosse
firmato l'armistizio, il generale Charles de Gaulle aveva lanciato da Radio
Londra un appello ai Francesi per il proseguimento della lotta (18 giugno 1940).
Nacque così il movimento per la Francia libera, che si assunse il compito
di riscattare l'operato del Governo di Vichy, assumendo la direzione della
guerra contro la Germania e ponendo la Francia fra le potenze vincitrici. La
marcia trionfale delle armate tedesche nell'Europa occidentale avrebbe dovuto
essere coronata dall'invasione dell'Inghilterra, ma l'impresa non riuscì
e i piani per l'invasione vennero abbandonati nel settembre successivo, dopo una
serie di attacchi aerei alle città inglesi, mentre Hitler stava
preparandosi a un attacco contro l'Unione Sovietica. Nel frattempo gli Italiani
avevano attaccato la Grecia (28 ottobre 1940), ma l'inaspettata controffensiva
greca li aveva respinti in Albania e solo l'intervento tedesco nei Balcani
portò nell'aprile successivo all'occupazione dell'intero
territorio.
La situazione militare italiana si era andata facendo
particolarmente precaria in Africa, dove le truppe inglesi si spinsero fino a
Bengasi e poi in Africa orientale. Nell'Africa settentrionale intervennero i
Tedeschi al comando di Rommel, riconquistando la Cirenaica. Il Giappone aveva
intanto aderito al patto Tripartito (27 settembre 1940), alleandosi a Germania e
Italia (a cui si aggiunsero in seguito Romania, Ungheria e Slovacchia). Tale
patto impegnava gli Stati aderenti a reciproca assistenza nella costruzione del
"nuovo ordine" europeo e asiatico. Il patto implicava la saldatura tra la guerra
in Europa e quella in Asia, anticipando, in sostanza, la natura mondiale del
conflitto.
Modello tridimensionale della mitragliatrice leggera inglese Bren
Modello tridimensionale del sottomarino nucleare francese S611
Modello tridimensionale di un carro armato semovente usato dalle forze armate britanniche durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale della pistola automatica Smith-Wesson, in dotazione all’esercito inglese durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale dell’aereo da caccia inglese Spitfire, in uso durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale dell’aereo da caccia Spitfire XIV in dotazione alla Royal Air Force britannica durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale della pistola mitragliatrice britannica Sten
Modello tridimensionale di un bazooka, arma lanciarazzi usato dal personale di fanteria contro veicoli corazzati
Modello tridimensionale della nave da battaglia tedesca Bismarck impiegata durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale di un cacciabombardiere in forza all’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale della barca lanciasiluri tedesca E-boat, in uso durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del fucile Lee Enfield usato nella seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del cacciabombardiere tedesco Focke Wulf 58, impiegato durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale della pistola semi-automatica tedesca Luger
Modello tridimensionale del carro armato tedesco Leopard
Modello tridimensionale del carro armato semovente tedesco Sturmtiger,impiegato durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del carro armato tedesco Tiger usato durante la seconda guerra mondiale
IL FRONTE ORIENTALE
Il 22 giugno 1941, senza dichiarazione di guerra, Hitler
lanciò 160 divisioni contro l'Unione Sovietica.
Quella che venne
chiamata "Operazione Barbarossa" era stata studiata a lungo in modo
particolareggiato. Il calcolo secondo cui entro l'autunno l'URSS sarebbe
crollata si dimostrò sbagliato, come già lo erano stati un secolo
e mezzo prima i piani strategici di Napoleone. L'esercito tedesco venne
suddiviso in tre gruppi di armate: quello settentrionale, che attaccò
Leningrado, quello centrale che puntò su Smolensk e Mosca, quello
meridionale che invase l'Ucraina. Come ai tempi della campagna napoleonica, la
strategia sovietica si basò su un allargamento del fronte e su una rapida
ritirata che lasciava dietro di sé terra bruciata. In tal modo le linee
di rifornimento tedesche si allungarono, venendo martellate da bombardamenti
aerei. Alcuni tra i maggiori punti di difesa sovietici furono le città di
Smolensk, Leningrado e Stalingrado dove vennero inflitte ai Tedeschi ingenti
perdite. All'inizio di dicembre le truppe tedesche, affiancate da reparti
italiani, erano avanzate di 600 km, ma durante l'inverno iniziò la
controffensiva dell'Armata Rossa.
Nonostante i calcoli tedeschi sul crollo
sovietico si fossero dimostrati sbagliati, la guerra non si risolse rapidamente
neppure a favore dei Sovietici e sino alla fine del 1944 il fronte orientale
continuò a spostarsi avanti e indietro lungo una linea vastissima. Nel
maggio del 1942 i Tedeschi sferrarono la loro seconda grande offensiva nel
settore meridionale del fronte con l'intenzione di occupare l'intera regione
caucasica e l'Ucraina. Si giunse così alla grande battaglia di
Stalingrado che si protrasse sino al gennaio 1943 e si risolse in una gravissima
sconfitta per la Germania. L'avanzata tedesca da Sud venne bloccata mentre gli
Anglo-americani sbarcavano nel Nord Africa; l'apertura del secondo fronte
nell'Europa occidentale, con lo sbarco in Normandia nel giugno 1944,
avvantaggiò notevolmente i Sovietici la cui superiorità numerica e
strategica divenne schiacciante.
Le linee del fronte russo-tedesco
L'espansione della Germania nazista dal 1937 al 1942
Rappresentazione grafica dell'andamento della seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale dell’aereo ricognitore tedesco Focke Wulf 189, impiegato durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del cacciabombardiere tedesco monoposto Focke-Wulf Fw 190
Modello tridimensionale del cannone contraerei tedesco Flak 88, impiegato durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale di un cacciabombardiere tedesco impiegato durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del cannone tedesco Howitzer
Modello tridimensionale del mitragliatore antiaereo tedesco Oerlikon
Modello tridimensionale del carro armato tedesco Panzer III
L'ATTACCO DI PEARL HARBOR
L'attacco del Giappone alla flotta
americana a Pearl Harbor (7 dicembre 1941), provocò l'entrata in guerra
degli Stati Uniti: quello che era stato fino ad allora un conflitto
essenzialmente europeo, assunse così dimensioni mondiali. L'Atlantico e
il Pacifico divennero due dei principali teatri delle operazioni belliche. L'8
dicembre il Giappone dichiarò guerra all'Inghilterra e agli Stati Uniti e
l'11 dicembre Germania e Italia dichiararono guerra agli Stati Uniti. L'8
dicembre i Giapponesi sbarcarono nelle Filippine e nella Malesia britannica
attaccando successivamente Hong Kong. Negli USA era stata intanto approvata, fin
dal marzo del 1941, la legge "Affitti e prestiti" che autorizzava il Governo
americano all'invio di materiale bellico agli alleati.
Modello tridimensionale dell’aereo caccia giapponese Zero usato per l’attacco alla base americana di Pearl Harbour (1941)
Modello tridimensionale della mitragliatrice pesante Browning M2, largamente utilizzata per gli armamenti dei veicoli terrestri e per gli aerei in forza all’esercito americano soprattutto durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale dell’aereo da caccia giapponese Nakajima Ki-43 Hayabusa, conosciuto dagli Alleati era come Oscar, impiegato durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del sottomarino giapponese con aeroplanino Otsu I
Modello tridimensionale della portaerei giapponese Shinano
Modello tridimensionale del carro armato americano Pershing
Modello tridimensionale della pistola mitragliatrice americana Thompson, impiegata durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del sottomarino nucleare lanciamissili statunitense della classe Ohio
L'AVANZATA RUSSA
Nel corso del 1944 i Sovietici
continuarono ad avanzare per sottrarre alla Germania tutti i territori occupati,
potendo contare su una superiorità numerica di tre a uno. Alla fine del
luglio 1944, ormai giunti ai confini della Prussia orientale e ai Carpazi,
insediarono a Lublino un Governo provvisorio polacco, controllato dai comunisti,
rifiutandosi di riconoscere il Governo polacco in esilio. La popolazione
polacca, in particolare quella ebraica, era stata sottoposta dai Tedeschi alla
deportazione e alla segregazione in campi di concentramento e di sterminio
divenuti tristemente famosi (Auschwitz, Treblinka, Mauthausen, Majdanek). Nella
tarda estate del 1944, due armate ucraine avanzarono nei Balcani, provocando
dovunque il crollo dei Governi in carica: in Romania, arresasi il 23 agosto, si
costituì un Governo di coalizione, comprendente comunisti e socialisti;
in Bulgaria, venne costituito un fronte popolare, controllato dai comunisti; in
Ungheria, i Russi, penetrati dalla Jugoslavia, costrinsero i fascisti alla resa
nel gennaio 1945. La liberazione dell'Ungheria avvenne senza l'attiva
partecipazione di un forte movimento di resistenza e trascinò con
sé contraddizioni che si sarebbero manifestate più tardi. Assai
diversa si presentava la situazione in Jugoslavia, dove la lotta partigiana era
stata molto intensa. Dopo che i Tedeschi, senza dichiarazione di guerra, avevano
invaso il Paese il 5 aprile 1941, portando a termine l'occupazione in una
quindicina di giorni, il re Pietro II si era rifugiato a Londra dove aveva
costituito un Governo jugoslavo in esilio presieduto dal generale Simovic. Le
forze dell'Asse, facendo leva sui particolarismi nazionali, avevano attuato lo
smembramento del Paese, dando vita a vari Stati-fantoccio, tra cui quello
presieduto da Ante Pavelic, leader degli ustascia, un'organizzazione
terroristica formata da separatisti croati che, fondata nel 1930, sostenne il
nazismo e le truppe tedesche che invasero la Jugoslavia. Presto si erano
costituite formazioni partigiane, facenti capo a due gruppi: l'uno
filomonarchico, diretto da D. Mihajlovic, l'altro di ispirazione comunista,
guidato da Josif Broz Tito. La guerra di resistenza fu portata avanti dalle
formazioni partigiane titoiste che diedero vita a un Comitato nazionale di
liberazione con funzioni di Governo provvisorio. Nel settembre del 1944 i
partigiani di Tito si congiunsero con l'Armata Rossa, insieme con la quale
portarono a compimento la liberazione del Paese. Nell'aprile del 1945 le truppe
sovietiche occuparono Vienna, mentre era ormai imminente l'occupazione di
Berlino e il definitivo crollo della Germania.
Il carro armato T 34, impiegato dalle forze armate russe durante il secondo conflitto mondiale
Modello tridimensionale di bomba a mano usata nel corso della seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale di carro armato sovietico impiegato durante la seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del carro armato Iosif Stalin, utilizzato dall’Armata Rossa nell'ultimo periodo della seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del carro armato sovietico T-34, il mezzo corazzato sovietico più famoso della seconda guerra mondiale
Modello tridimensionale del bombardiere da picchiata della seconda guerra mondiale Junkers Ju 87, detto anche Stuka, largamente impiegato dall’aviazione tedesca su tutti i fronti
LA CADUTA DEL FASCISMO IN ITALIA
L'attacco all'Italia ebbe inizio il 9
luglio 1943 con lo sbarco in Sicilia delle truppe anglo-americane che iniziarono
l'avanzata verso Nord. All'inizio dell'anno gran parte del corpo di spedizione
italiano in Russia era andato perduto, e in maggio il maresciallo Messe si era
arreso con le superstiti forze italiane operanti nel Nord Africa. Rilevanti
furono le ripercussioni politiche dello sbarco alleato. Esso infatti
accelerò il processo di decomposizione del regime fascista, culminato nel
Gran Consiglio svoltosi nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 durante il
quale fu approvato un ordine del giorno che destituiva di fatto il duce dal
Governo del Regno. Questa "rivolta di palazzo" consentì a Vittorio
Emanuele III di riprendere direttamente in mano le sorti della Nazione e di
procedere all'arresto di Mussolini ritenuto responsabile del catastrofico
bilancio bellico. Pur rimanendo l'Italia ufficialmente alleata della Germania,
il nuovo Governo, capeggiato dal generale Pietro Badoglio, cominciò a
negoziare segretamente la resa, mentre Hitler non mancava di prendere
precauzioni, rafforzando la presenza militare tedesca sul territorio italiano.
Pertanto, ancor prima della resa (8 settembre 1943), l'Italia era di fatto
occupata da una fitta schiera di divisioni tedesche. Alla fine di settembre la
popolazione di Napoli si sollevò scacciando la guarnigione tedesca,
mentre gli alleati sbarcavano a Salerno e i Tedeschi ripiegavano su Roma,
consolidando la propria linea difensiva a sud della capitale nella zona di
Cassino. Il fronte italiano giunse così a una fase di stallo,
immobilizzando ingenti forze sia da una parte sia dall'altra. Nel frattempo un
reparto tedesco aveva liberato Mussolini, confinato nella zona del Gran Sasso;
la sua evasione, fortemente voluta da Hitler, portò alla creazione della
Repubblica di Salò, uno Stato a capo del quale fu posto lo stesso duce
(coadiuvato dai gerarchi rimastigli fedeli), ma governato in effetti dai
responsabili dello stato maggiore tedesco. Il ripristino di uno Stato fascista
nell'Alta Italia provocò lo sviluppo di numerose brigate partigiane e
l'inizio di una lunga e sanguinosa guerra civile.
Con l'inizio del nuovo
anno riprese l'avanzata degli alleati e nel giugno del 1944 venne liberata Roma.
Nell'agosto successivo avvenne la liberazione di Firenze, mentre nell'Italia del
Nord le formazioni partigiane intraprendevano un'intensa lotta armata (la
Resistenza) contro i Tedeschi e contro i fascisti italiani, detti
"repubblichini".
La Resistenza ebbe ufficialmente inizio l'8 settembre
1943, dopo l'armistizio tra il Governo italiano e gli Anglo-americani. Il giorno
successivo, a Roma, si costituì il Comitato di liberazione nazionale
(CLN) in cui confluirono i principali partiti antifascisti (DC, PCI, PLI, PSIUP,
Partito d'Azione, PRI e Democrazia del lavoro), mentre ovunque sorgevano
organismi simili con funzioni di coordinamento politico delle bande
partigiane.
Tra la fine del 1943 e gli inizi del 1944, esse andarono
infatti raggruppandosi in formazioni collegate da comandi regionali, a loro
volta facenti capo al CLN dell'Alta Italia (CNLAI), guidato da Ferruccio Parri,
Luigi Longo e dal generale Raffaele Cadorna.
L'appoggio offerto dalle
popolazioni dei territori occupati alle formazioni partigiane provocò
però la dura reazione del comando militare tedesco che ordinò
numerose azioni di rappresaglia: a Marzabotto, comune emiliano in provincia di
Bologna, i cui abitanti erano accusati di fornire aiuti ai partigiani della
brigata "Stella Rossa", nell'ottobre 1944 circa 1800 civili furono trucidati
dalle truppe del maggiore Walter Reder; nel marzo di quell'anno 335 Italiani
furono fucilati per rappresaglia alle Fosse Ardeatine (Roma) dopo un attentato
partigiano in cui avevano perso la vita 33 soldati tedeschi.
La caduta di Mussolini
La caduta di Mussolini (english version)
28 aprile 1945: il Duce viene catturato e ucciso insieme a Clara Petacci e ad altri gerarchi fascisti
28 aprile 1945: il Duce viene catturato e ucciso insieme a Clara Petacci e ad altri gerarchi fascisti (english version)
LA RESISTENZA
Nella seconda guerra mondiale, una parte
di primo piano fu svolta dal movimento della resistenza. Con questo termine si
indica il movimento di opposizione politica e militare organizzatosi durante la
seconda guerra mondiale nei Paesi occupati dai Tedeschi. In tutti i Paesi
occupati, movimenti di resistenza erano andati costituendosi sin dai primi
giorni di guerra. Il termine stesso "resistenza", nel suo significato politico,
da tempo relegato in un ambito essenzialmente storiografico, fu riproposto dal
generale De Gaulle nel discorso pronunciato da Radio Londra nel giugno 1940,
dopo la firma dell'armistizio da parte del Governo di Vichy, per invitare i
Francesi a continuare la lotta.
Per quanto in tutti i Paesi occupati
fossero sorti movimenti di Resistenza sin dai primi giorni di guerra, all'inizio
si trattò solo di piccole organizzazioni locali che cercavano di sfuggire
alle imposizioni tedesche oppure di gruppi politici e intellettuali che
stampavano giornali clandestini. Successivamente, soprattutto dopo la battaglia
d'Inghilterra, un numero crescente di persone cominciarono ad aderire alle
organizzazioni di resistenza e la coscrizione di mano d'opera per il lavoro in
Germania favorì ulteriormente l'attività propagandistica degli
antinazisti. Migliaia di giovani si diedero alla macchia e fuggirono in montagna
per evitare la deportazione, dando vita a gruppi armati, come i
maquis
francesi. Lo spirito di resistenza attiva e passiva ricevette incoraggiamento
dai messaggi radiofonici dei capi dei Governi in esilio a Londra, dalla stampa
clandestina fiorente in tutta Europa e dai lanci con paracadute di armi e
rifornimenti alle unità partigiane. Queste attività andarono
ampliandosi col proseguire e intensificarsi delle brutali rappresaglie da parte
dei Tedeschi e dei collaborazionisti locali: cattura e fucilazione di ostaggi;
massacro della popolazione civile di interi villaggi, torture.
Sfilata di truppe partigiane durante la Resistenza
LA RESISTENZA IN ITALIA
In seguito all'armistizio dell'8 settembre
1943, l'Italia si trovò spaccata in due. Nel territorio a Sud del
Garigliano, liberato dagli Anglo-americani, divenne capo del Governo il
maresciallo P. Badoglio, mentre al Nord Mussolini, detronizzato dal colpo di
Stato del 25 luglio, salì nuovamente al potere grazie all'appoggio dei
Tedeschi. Il Nord, a sua volta, conobbe un'ulteriore divisione interna a causa
della difficile alternativa cui si trovarono di fronte gli Italiani: resistere
agli occupanti nazisti e ai fascisti oppure continuare a combattere e sostenere
la causa tedesca. Quanto ai militari, la maggior parte delle truppe che
combattevano fuori d'Italia e che, dopo l'armistizio, si ritrovarono abbandonate
a loro stesse, non esitò a passare dalla parte dei partigiani locali.
Diversa ed estremamente diversificata al proprio interno fu la reazione della
popolazione civile: alcuni optarono per la resistenza attiva, volta soprattutto
a supportare quella armata, altri per la resistenza passiva, che si
concretizzava nell'assistenza ai soldati, ai prigionieri, ai renitenti e ai
disertori, nonché in piccoli atti di ostruzionismo e disobbedienza.
Per quanto riguarda le forze cattoliche, esse non adottarono una linea di
condotta uniforme: se una parte consistente di cattolici cercò di
mantenersi in ogni circostanza al di sopra delle parti, un'altra parte non
esitò ad abbracciare la causa partigiana; anche fra i cattolici, infine,
non mancarono casi di adesione allo schieramento fascista. Interessante fu anche
la reazione degli operai e di alcuni settori dei lavoratori agricoli: avendo
sempre guardato al fascismo come al braccio armato del capitalismo, essi non
esitarono a considerare la resistenza armata il mezzo più adeguato per
una vera e propria rivendicazione di classe.
In un primo momento la
Resistenza fu costituita da bande di militari che, dopo l'armistizio, si erano
aggregati spontaneamente o per iniziativa del Partito d'Azione. Dopo i primi
rastrellamenti e il primo inverno, molte di queste bande scomparvero; le poche
sopravvissute compresero che condizione indispensabile alla sopravvivenza era un
processo di militarizzazione e politicizzazione. Fu così che nacquero
distaccamenti, brigate, divisioni. Le formazioni più attive e presenti
sul territorio nazionale furono le Brigate Garibaldi, le Brigate Giustizia e
Libertà e le Brigate Matteotti. Ognuna di esse faceva riferimento a un
partito ben preciso (rispettivamente, il Partito Comunista, il Partito d'Azione
e il Partito Socialista), ma non per questo i militanti del partito in questione
rappresentavano la totalità o la maggioranza dei membri. Non mancarono,
inoltre, formazioni partigiane autonome, prive di appoggi politici specifici.
Strumenti d'azione nelle città furono le SAP (Squadre di azione
patriottica) e i GAP (Gruppi di azione patriottica); a questi ultimi, in
particolare, si devono l'attentato di via Rasella contro una squadriglia di SS
(immediatamente seguito dalla rappresaglia tedesca delle Fosse Ardeatine, in cui
persero la vita 335 persone) e l'uccisione di G. Gentile.
In una seconda
fase si costituì il CVL (Corpo volontari della libertà), organismo
unitario e provvisto di una direzione generale, che si proponeva di collegare e
indirizzare i vari sforzi della Resistenza. La direzione politica della
Resistenza era affidata ai Comitati di liberazione nazionale (CLN), composti dai
partiti antifascisti: il Partito Liberale, la Democrazia Cristiana, il Partito
d'Azione, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, il Partito
Comunista Italiano e, limitatamente a Roma e al Mezzogiorno, la Democrazia del
Lavoro. Il CNL centrale, sorto subito dopo l'armistizio, era presieduto da I.
Bonomi e aveva sede a Roma; a Milano, invece, si costituì intorno ad A.
Pizzoni il CLNAI (Comitato di liberazione nazionale Alta Italia), che divenne
presto una sorta di Governo clandestino dell'Italia occupata; ciò
soprattutto dopo che, parallelamente alla delega di poteri da parte di Roma, il
CLNAI stipulò i cosiddetti "protocolli di Roma", allo scopo di
regolamentare i rapporti fra i membri della Resistenza e gli Anglo-americani.
Completavano il quadro i vari CLN regionali, provinciali, comunali e di
quartiere, cui vanno aggiunti i comitati di fabbrica e di categoria.
L'estate del 1944 rappresentò il periodo di massima attività e
fortuna delle formazioni partigiane. Lungo l'intero arco appenninico e alpino
vennero liberate vaste e numerose zone e create le cosiddette Repubbliche
partigiane. L'arrivo dell'inverno successivo e, parallelamente, l'arresto
dell'avanzata alleata causarono non pochi problemi alla Resistenza italiana: la
maggior parte dei territori sottratti ai nemici vennero infatti nuovamente
occupati dai Tedeschi. Il movimento partigiano riuscì tuttavia a
sopravvivere e a riorganizzarsi, fino ai fatti dell'aprile 1945. L'insurrezione
finale contro gli occupanti nazisti si svolse con tempi e caratteri diversi a
seconda delle zone; il giorno 25, in cui da allora si festeggia ufficialmente la
Liberazione, è quello dell'insurrezione di Milano. Mentre fuggiva
travestito da Tedesco, Mussolini venne catturato e poco dopo giustiziato; il suo
corpo, insieme a quello di alcuni gerarchi fascisti e di Claretta Petacci, fu
esposto a Milano, in piazzale Loreto.
La lotta partigiana
La lotta partigiana (english version)
Il cadavere di Mussolini viene portato ed esposto in piazzale Loreto
Il cadavere di Mussolini viene portato ed esposto in piazzale Loreto (english version)
IL CROLLO DELLA GERMANIA
Mentre gli alleati avanzavano lungo la
penisola italiana, venne aperto un secondo fronte con lo sbarco in Normandia,
nel giugno del 1944. Per fronteggiare il previsto attacco alleato, i Tedeschi
avevano concentrato in Francia sessanta divisioni. La difesa era stata affidata
al feldmaresciallo Karl Rundstedt, affiancato da Rommel che aveva l'incarico di
presidiare la Manica e i Paesi Bassi. Contando sull'effetto sorpresa (i
comandanti tedeschi erano convinti che l'attacco alleato sarebbe partito dal
Passo di Calais), il 6 giugno 1944 il grosso delle armate alleate raccolte in
Inghilterra sbarcò in Normandia, senza incontrare grandi resistenze
né sul mare, né dal cielo. Agli oltre centomila uomini sbarcati
nelle prime ore se ne aggiunsero, nei giorni immediatamente successivi, altri
duecentomila, che occuparono una testa di ponte larga circa ottanta chilometri.
All'inizio di luglio erano sbarcati poco meno di un milione di uomini al comando
del generale Eisenhower, ed ebbe inizio l'avanzata delle forze mobili americane
che, dalla Bretagna e dal Maine, si spinsero a Est verso la Senna. Il 5 agosto
una nuova armata americana sbarcò nel Sud della Francia, avanzando verso
Nord lungo la valle del Rodano.
Alla fine di agosto erano sbarcati in
Francia complessivamente due milioni di uomini e anche Parigi poté essere
liberata (25 agosto). Le armate tedesche in ritirata si prepararono ad opporre
una salda resistenza in Renania, lungo la vecchia linea Sigfrido, mentre le
speranze di Hitler erano ormai interamente riposte nell'"arma segreta" che la
Germania stava preparando. Una sua anticipazione furono i piccoli aerei-bomba
telecomandati, il primo dei quali venne inviato su Londra poco dopo lo sbarco
alleato in Normandia. Ai primi missili V-1, seguirono i V-2, più potenti
e più veloci, contro i quali gli alleati non disponevano di difese
efficaci. La conquista delle basi di lancio del Passo di Calais fu per gli
alleati di grande importanza, consentendo di affrettare il crollo della
Germania, anche se la resistenza tedesca si protrasse ancora per vari
mesi.
Lo sbarco in Normandia
Lo sbarco in Normandia (english version)
Modello tridimensionale del sommergibile nucleare d’attacco statunitense Dallas
In dicembre i Tedeschi sferrarono una grande controffensiva nelle
Ardenne con due armate corazzate. Essa colse di sorpresa la prima armata
statunitense, sfondò il fronte e si spinse sino alla Mosa, provocando
pesanti perdite fra gli alleati. La controffensiva poté tuttavia essere
fermata e alla fine di gennaio l'intero territorio francese venne liberato. In
marzo le forze alleate attraversarono il Reno, mentre sul fronte opposto era in
corso l'avanzata russa che lasciava presagire l'imminente crollo della Germania.
Sul fronte italiano era proseguita l'avanzata alleata verso il Nord ed era
iniziata la grande offensiva di primavera che portò alla liberazione
dell'intero territorio in aprile. In vista del crollo tedesco, all'inizio del
febbraio 1945 Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrarono a Yalta, in
Crimea.
I "tre
grandi" stabilirono che ognuna delle tre potenze vincitrici avrebbe occupato una
diversa zona della Germania, affidando alla Francia una quarta zona. Essi
decisero inoltre che in aprile si sarebbe tenuta a San Francisco una conferenza
per redigere lo statuto delle Nazioni Unite, come organismo internazionale
permanente. Il 25 aprile le truppe americane e sovietiche si incontrarono
all'Elba e il 28 aprile Hitler ordinò un'ultima disperata difesa della
Cancelleria berlinese. Il 30 aprile, dopo aver sposato Eva Braun, si uccise con
lei nel bunker della Cancelleria, mentre le truppe russe erano ormai a pochi
isolati di distanza. Due giorni prima Mussolini, catturato a Dongo insieme a
Claretta Petacci mentre tentava la fuga in Svizzera, era stato giustiziato. Il 7
maggio 1945 il generale Jodl firmava la resa che poneva fine alla guerra in
Europa.
Nel Pacifico gli USA combatterono ancora contro il Giappone che
opponeva una resistenza accanita. Il presidente americano Harry Truman,
subentrato a Roosevelt, decise di utilizzare la bomba atomica, di recente
invenzione, per sconfiggere il nemico. Vennero infatti sganciate due bombe: il 6
agosto 1945 su Hiroshima ed il 9 agosto su Nagasaki. Le due città furono
rase al suolo e morivano 200.000 persone, senza contare i prolungati effetti
delle radiazioni nucleari. Il 14 agosto il Giappone annunciò la resa,
firmata il 2 settembre nella rada di Tokio. Si concludeva così il
più terribile conflitto armato della storia.
4 febbraio 1945: i Russi entrano ad Auschwitz
4 febbraio 1945: i Russi entrano ad Auschwitz (english version)
La caduta di Hitler e la resa dei Tedeschi
La caduta di Hitler e la resa dei Tedeschi (english version)
Il processo di Norimberga (1945-46)
IL BILANCIO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
La durissima lotta contro il nazifascimo
costò all'umanità delle perdite rilevantissime: circa 6 milioni di
Ebrei sterminati, 20 milioni di morti in Russia, 6 milioni in Polonia, 5 in
Germania, 15 in Cina, 2 in Giappone. In Jugoslavia le vittime furono 1.700.000,
in Francia 800.000, in Gran Bretagna 500.000, negli Stati Uniti ed in Italia
300.000. Il confronto con le guerre precedenti è ovviamente
improponibile, a causa delle dimensioni assunte dal conflitto che fu, sotto
tutti gli aspetti, una guerra totale. La popolazione civile ne fu infatti
coinvolta come non era mai accaduto in passato. La prova tangibile di questo
fatto è rappresentata dall'enorme numero di vittime civili, che
superò quello dei soldati caduti o dispersi. Molti cittadini caddero
sotto i bombardamenti aerei, già sperimentati durante la guerra civile
spagnola, ma effettuati in modo più massiccio e indiscriminato durante il
secondo conflitto mondiale. L'obiettivo primario delle incursioni aeree era
quello di colpire le attrezzature industriali e militari avversarie, ma,
bombardando anche la popolazione, si terrorizzava psicologicamente il nemico,
indebolendone la resistenza morale. I bombardamenti a tappeto furono attuati
inizialmente dai Tedeschi, ma a partire dal 1942 anche le aviazioni inglese ed
americana fecero incursioni sulle città tedesche.
Particolarmente pesante fu il bilancio
del bombardamento di Dresda del febbraio 1945: 100.000 morti.
La
popolazione urbana era allora costretta ad abbandonare le città e a
sfollare nelle campagne. Ma anche nei centri minori i civili potevano incorrere
in rappresaglie da parte dei nazisti, che speravano in questo modo di
scoraggiare la resistenza partigiana e togliere a questo movimento ogni forma di
appoggio.
Anche le massicce deportazioni e i genocidi perpetrati dai
nazisti nei confronti di Ebrei e Slavi seminarono numerosissime vittime tra i
civili.
PICCOLO LESSICO
Affitti e prestiti, Legge degli (Lend-Lease Act)
Legge fatta approvare
(11 marzo 1941) dal presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt allo scopo di
aiutare, prima e dopo l'entrata degli USA in guerra, con mezzi finanziari e
materiali, gli Stati europei che seguissero una politica conforme agli interessi
degli Stati Uniti. La legge autorizzava il presidente a "vendere, trasferire,
cambiare, affittare, prestare o, altrimenti, adoperare materiali di difesa a
beneficio di ogni Paese la cui difesa fosse ritenuta vitale alla difesa degli
USA". Il fondo stanziato per l'applicazione del Lend-Lease Act, nei quasi cinque
anni in cui restò in vigore (marzo 1941 - dicembre 1945), ammontò
a quasi settanta miliardi di dollari.
Linea Maginot
Si tratta di una lunghissima linea fortificata,
costruita lungo il confine nord-occidentale della Francia e costituita da una
successione continua di costruzioni in cemento armato collegate da gallerie e
camminamenti completamente interrati. Nonostante rappresentasse un esempio
classico di linea fortificata, la Linea Maginot, aggirata a Nord dalle armate
hitleriane, si dimostrò del tutto inutile per la difesa della
Francia.
Linea Sigfrido
Sbarramento fortificato costituito dai Tedeschi
tra il 1937 e il 1938 lungo la frontiera francese. Estesa dalla regione di
Aquisgrana al confine elvetico, con uno sviluppo di circa 600 km, la linea
Sigfrido avrebbe dovuto rappresentare una struttura di appoggio e d'integrazione
per gli apparati militari predisposti lungo la più massiccia linea
Maginot.
Normandia, Sbarco e Battaglia di
Gigantesca operazione di sbarco operata dalle
forze anglo-americane, al comando del generale Eisenhower, il 6-7 giugno 1944.
Fu una delle più grandi imprese della seconda guerra mondiale e
assicurò l'assoluto dominio aereo-navale sulla Manica da parte
dell'alleanza anglo-americana. Poiché le difese costiere tedesche e le
installazioni radar (oltre a strade, ferrovie e aeroporti) erano stati
già da qualche tempo messi fuori combattimento da incursioni aeree e da
sabotaggi locali, il 6 giugno 1944, quando un'armata di quattromila navi
puntò sulle spiagge della Normandia, non incontrò apprezzabili
resistenze. Le divisioni d'assalto britanniche sbarcarono tra Caen e Bayeux, e
quelle americane a Ovest di Bayeux. Il primo giorno sbarcarono circa
centotrentamila uomini e nei sei giorni successivi oltre trecentomila soldati
occuparono una testa di ponte larga un'ottantina di chilometri. La sorpresa,
indispensabile per ridurre al minimo il costo dell'impresa, fu totale. I
comandanti tedeschi, Rundstedt e Rommel erano convinti che l'attacco
anglo-americano sarebbe avvenuto da Calais e inoltre la loro attenzione era
stata distolta da una manovra diversiva nelle Fiandre. Il nucleo delle forze
tedesche, attestato nei pressi di Caen, sferrò violenti contrattacchi,
mentre le forze mobili americane penetravano nella Bretagna, costringendo al
ritiro i Tedeschi. A meno di un mese dallo sbarco, già un milione di
uomini avanzavano dalla Normandia e le perdite ammontavano a novemila morti e a
sessantamila feriti.
Vichy, Governo di
Regime creato in Francia nel giugno 1940 durante
il secondo conflitto mondiale, comprendente la parte meridionale del Paese e
avente come capitale di Stato Vichy. Esso sorse a seguito dell'occupazione
tedesca del territorio settentrionale, secondo le norme stabilite
dall'armistizio. Il nuovo Governo fu votato il 10 luglio 1940 dall'Assemblea
nazionale, che, deciso l'abbandono di Parigi, conferì pieni poteri al
maresciallo Pétain. Divenuto capo dello Stato con funzioni legislative,
esecutive e militari, egli esautorò il Parlamento delle sue prerogative
istituzionali e cercò di creare uno Stato che fosse un'alternativa alla
III Repubblica, all'insegna della "rivoluzione nazionale", secondo la triade
"lavoro-patria-famiglia". Il Governo di Vichy realizzò il programma
corporativo e nazionalista soltanto parzialmente: tuttavia, accettando la
collaborazione delle forze naziste, fu costretto ad inviare manodopera in
Germania e soldati sul fronte russo, oltre che a perseguitare gli stranieri e
gli Ebrei. I poteri del regime furono ulteriormente ridotti nel novembre 1942,
dopo l'estensione dell'occupazione nazista anche alla parte meridionale della
Francia, rimasta fino ad allora formalmente libera, in seguito allo sbarco
anglo-americano nell'Africa del Nord. Quando le truppe alleate invasero la
Francia (giugno 1944) e liberarono Parigi (agosto), il regime collaborazionista
trasferì la propria sede prima a Belfort ed in seguito a Sigmaringen,
venendo meno dopo la disfatta del Reich.
PERSONAGGI CELEBRI
Sir Winston Leonard Spencer Churchill
Uomo politico inglese
(Blenheim Palace, Oxfordshire 1874 - Londra 1965). Studiò alla scuola
militare di Sandhurst. Ufficiale dal 1895, fu a Cuba, poi in India e nel Sudan
(1897-98). Partecipò, dapprima come tenente di cavalleria, poi come
giornalista, corrispondente del "Mornign Post'', alla guerra anglo-boera in
Sudafrica. Deputato conservatore dal 1900, si segnalò immediatamente per
la sua irruenza ed efficacia oratoria. Passato al gruppo liberale, fu
sottosegretario alle Colonie (1908-10), ministro del Commercio (1908-09),
ministro degli Interni e poi lord dell'Ammiragliato (1911-15). Lasciato
l'ammiragliato e il Governo in seguito alla disastrosa spedizione dei
Dardanelli, nel 1916 fu nominato ministro delle Munizioni, poi ministro della
Guerra e dell'Aeronautica (1918) e, in disaccordo col primo ministro Lloyd
George, sostenne la necessità di un intervento armato contro la Russia
sovietica, alla quale rimase rigidamente avverso anche negli anni seguenti.
Ministro delle Colonie nel 1921, non fu rieletto al Parlamento nel 1922 e,
abbandonato il gruppo liberale, fondò un partito conservatore
indipendente, basato su un programma decisamente antisocialista. Nel 1924
rientrò nel partito conservatore e fu nominato Cancelliere dello
scacchiere nel Governo Baldwin (1924-29), facendosi promotore di un'accentuata
politica deflazionistica e antisindacale. All'opposizione nei dieci anni
successivi, criticò duramente la politica laburista e rimase isolato
nello stesso partito conservatore per l'asprezza della sua polemica
antilaburista. Risale a quegli anni il suo giudizio positivo su Mussolini nel
cui regime vedeva una forza antibolscevica: nel 1927, dopo un incontro con
Mussolini, parlò del suo fascino ed elogiò quegli Italiani che
sostenevano il fascismo contro i rossi. Presto tuttavia dimostrò una non
meno accentuata avversione per il nazismo, facendosi sostenitore della
resistenza contro la Germania nazista. Si impegnò sia con gli scritti sia
nei suoi interventi in Parlamento e nei pubblici comizi a mettere in guardia
contro i piani e le misure di riarmo di Hitler e tuonò contro
l'incapacità di costituire una grande alleanza per affrontare la
crescente minaccia nazista. Tuttavia, ancora nel 1927, quando a S. Baldwin
succedette come primo ministro conservatore N. Chamberlain, fu escluso dal
Governo e, solo nel settembre 1939, fu nominato primo lord dell'Ammiragliato; in
tale veste organizzò il blocco navale della Germania, cercando di operare
un riavvicinamento alla Russia, per creare un fronte comune antinazista. Il 10
maggio 1940, dimessosi Chamberlain in seguito all'occupazione tedesca della
Danimarca e dei maggiori porti strategici della Norvegia, che costituivano
altrettante basi aeree contro la Gran Bretagna, Churchill divenne capo del nuovo
Governo di coalizione. Incontratosi con il presidente statunitense Roosevelt
(agosto 1941), si fece ispiratore della cosiddetta Carta atlantica, un primo
serio tentativo di formulare nuovi obbiettivi di pace e di resistenza
all'aggressione dell'Asse, che avrebbe portato alcuni mesi dopo all'entrata in
guerra degli Stati Uniti e alla totale unificazione dello sforzo militare
anglo-americano. Da quel momento la storia della guerra viene a coincidere in
gran parte con la storia degli incontri Churchill-Roosevelt, ai quali più
tardi si aggiunse Stalin. Da tali incontri scaturirono la direzione politica e
la condotta strategica degli alleati. Nel novembre 1943 si ebbe il primo
incontro a tre, Churchill, Roosevelt, Stalin, a Teheran, in cui venne decisa la
totale distruzione del nazismo e del militarismo germanico, e furono concertati
i piani di un triplice attacco da Est, Ovest e Sud Europa. Un nuovo importante
incontro si ebbe nel febbraio 1945 a Yalta, in Crimea, nel quale fu stabilito
che ognuna delle tre potenze avrebbe occupato una diversa zona della Germania,
affidandone alla Francia una quarta zona. Inoltre le tre potenze s'impegnavano
(
Dichiarazione sull'Europa liberata) a costituire nei Paesi liberati
dell'Europa "Governi provvisori che rappresentassero in larga misura tutti gli
elementi democratici della popolazione''. Nonostante il prestigio della
vittoria, Churchill uscì sconfitto dalle elezioni politiche del maggio
1945, in cui il partito laburista ottenne una clamorosa vittoria. Quale capo
dell'opposizione portò avanti una politica decisamente anticomunista e in
politica interna si oppose duramente alla politica sociale laburista, riuscendo
a portare nuovamente i conservatori al potere nell'ottobre 1951. Come capo del
Governo nel periodo della guerra fredda, portò avanti una politica estera
duttile, ma nell'aprile 1955, data l'età avanzata e la salute malferma,
si ritirò dal Governo. Rilevante è anche la sua attività di
scrittore e di storico. In particolare, grande diffusione ebbe la sua autorevole
opera sulla seconda guerra mondiale:
The second world war (5 volumi
1948-53; La seconda guerra mondiale) che gli valse l'assegnazione del premio
Nobel per la letteratura nel 1953. Altre sue opere:
The world crisis
1916-18 (1923-29);
My early life (1930);
Great contemporaries
(1937);
Marlborough (1932-38).
Harry S. Truman
Uomo politico americano (Lama, Missouri 1884 -
Kansas City 1972). 33° presidente degli Stati Uniti. Generale d'artiglieria
nella prima guerra mondiale (1917), amministratore comunale a Kansas City, nel
1935 divenne senatore democratico dello Stato del Missouri. Fautore della
politica di F.D. Roosevelt, si conquistò la fiducia dei sindacati e della
popolazione di colore; rieletto (1940), promosse la creazione di una commissione
senatoriale per la sorveglianza della produzione di guerra, di cui fu nominato
presidente; in tale carica acquistò tanta rinomanza da venire designato
vicepresidente degli USA (1944). La morte di Roosevelt (12 aprile 1945) lo
portò alla presidenza
ex officio quando la guerra era ormai
virtualmente terminata. Dopo aver annunciato la vittoria sulla Germania (8
maggio 1945), Truman ordinò lo sganciamento delle bombe atomiche su
Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945), costringendo il Giappone
alla capitolazione (14 agosto 1945). Nel luglio 1945 partecipò con W.
Churchill e Stalin alla conferenza di Potsdam con la quale si dovevano gettare
le basi per una soluzione di comune accordo dei problemi mondiali alla fine
della guerra, ma le mire dell'URSS sull'Europa orientale lo spinsero ad adottare
una politica di intransigenza nei confronti dell'alleato.
In completo disaccordo con i Russi
nelle conferenze di Londra (1945), Mosca (1945) e Parigi (1946), per
fronteggiare la minaccia comunista in Grecia e Turchia chiese fondi speciali al
Congresso (1947), enunciando la "dottrina Truman per l'aiuto ai popoli liberi".
Rieletto presidente (1948) contro ogni previsione, diede l'avvio a una serie di
iniziative (Housing Act, Social Security Act, Fair Labor Standards Amendment) in
favore di un deciso progressismo; continuò l'indirizzo del
New
Deal, inaugurando nel 1949 un programma noto come
Fair Deal (pieno
impiego, aumento dei minimi salariali, incremento edilizio, legge sui diritti
civili a favore dei neri, sostegno dei prezzi agricoli). Ispiratore del Piano
Marshall per gli aiuti all'estero (1948), dopo la crisi del blocco di Berlino
(giugno 1948) affrontò la guerra fredda con l'URSS; in tale prospettiva,
promosse la creazione della NATO (1949). Scoppiata la guerra in Corea (26 giugno
1950), decise l'intervento statunitense affidando il comando al generale D.
McArthur; quando questi assunse una posizione politica in favore di
un'estensione della guerra nel territorio cinese lo destituì. Durante la
sua presidenza si sperimentò per la prima volta la fusione nucleare
(bomba all'idrogeno, 1 novembre 1952). Al termine del mandato (1952) e dopo
l'elezione del generale D.D. Eisenhower, candidato repubblicano, si
ritirò dalla politica attiva.
RIASSUNTO CRONOLOGICO
1939 (1 settembre):
Hitler attacca la
Polonia. Inizia la seconda guerra mondiale.
1939 (3 settembre):
Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla
Germania.
1940 (9 aprile):
Invasione tedesca di Danimarca, Norvegia e
Svezia.
1940 (10 maggio):
Attacco tedesco a Belgio, Olanda e
Lussemburgo.
1940 (4 giugno):
Crollo della Francia: si inaugura il Governo
Vichy.
1940 (10 giugno):
L'Italia entra in guerra.
1940 (27 settembre):
Giappone, Germania e Italia firmano il patto
Tripartito.
1940 (28 ottobre):
L'Italia attacca la Grecia.
1941 (marzo):
Legge "Affitti e prestiti".
1941 (5 aprile):
I Tedeschi occupano la
Jugoslavia.
1941 (22 giugno):
Attacco tedesco dell'URSS.
1941 (agosto):
Firma della Carta atlantica da parte di
Roosevelt e Churchill.
1941 (7 dicembre):
L'attacco giapponese a Pearl Harbor provoca
l'intervento degli USA nella guerra.
1943 (gennaio):
Capitolazione tedesca a Stalingrado. Gli alleati
conquistano l'Africa settentrionale.
1943 (9 luglio):
Sbarco degli alleati in
Sicilia.
1943 (24-25 luglio):
Caduta del regime fascista in Italia: arresto di
Mussolini. Il maresciallo Badoglio riceve l'ordine di formare un nuovo
Governo.
1943 (8 settembre):
Viene firmato l'armistizio tra gli alleati e
l'Italia. Ha inizio la Resistenza in Italia.
1944 (marzo):
Strage delle Fosse Ardeatine.
1944 (6 giugno):
Sbarco di Normandia. Governo Bonomi in Italia.
Avanzata Russa verso Occidente.
1944 (25 agosto):
Liberazione di Parigi: si inaugura il Governo De
Gaulle.
1944 (ottobre):
Liberazione della Jugoslavia. Strage di
Marzabotto.
1945 (febbraio):
Conferenza di Yalta.
1945 (25 aprile):
Liberazione dell'Italia.
1945 (28 aprile):
Arresto e fucilazione di
Mussolini.
1945 (30 aprile):
Suicidio di Hitler.
1945 (2 maggio):
Capitolazione tedesca in
Italia.
1945 (6 agosto):
Sgancio delle bomba atomica su
Hiroshima.
1945 (9 agosto):
Sgancio della bomba atomica su
Nagasaki.
1945 (2 settembre):
Firma della resa del Giappone e fine del
conflitto mondiale.